Lo studio di Design Giò Forma e Colorzenith di Milano realizzano con Massivit 3D un’ auto d’epoca a grandezza reale che va in scena al Teatro La Scala nel “Don Pasquale” di Donizetti
Diventa sempre più facile realizzare scenografie con la stampa 3D!
Quante volte hai pensato alla scenografia perfetta, ma non hai avuto tempo a sufficienza per costruirla? O non è stato possibile collocare l’oggetto che avevi in mente su una determinata scena? Questo è spesso un aspetto frustrante del lavoro di scenografi e designers. Ma ora non più!
Florian Boje è partner dello studio di design Giò Forma di Milano azienda di show architecture e production design per vari luoghi di intrattenimento: è a loro che viene commissionato il progetto del set per la rappresentazione teatrale di Don Pasquale di Donizetti al teatro La Scala.
Boje studiando la sceneggiatura è stato colpito da un’idea formidabile: ha rievocato un’iconica scena “automobilistica” del cinema italiano e ha voluto portarla sul palco. Infatti, nel film italiano Il Sorpasso del 1962, Vittorio Gassmann e Jean-Louis Trintignant volano su Roma in una Lancia Aurelia decapottabile B24. Boje ha voluto che il soprano dell’opera volasse sui tetti di Roma esattamente allo stesso modo e tutto ciò di cui aveva bisogno era una Lancia Aurelia B24 degli anni ’50! E poi magari, riuscire anche a farla volare!
Ciò che la maggior parte degli esperti di scenografia non sa
C’era solo un tipo di tecnologia che avrebbe permesso a Boje di riprodurre questa auto d’epoca restando nel budget..
L’idea di acquistare l’auto d’epoca originale degli anni 50 anni non era fattibile: sarebbe costato moltissimo e non sarebbe stato possibile rendere l’effetto “volo” dell’auto in sospensione sul palco perché troppo pesante.
Non si poteva usare il polistirene poiché avrebbe reso l’auto troppo pesante e il soprano, Rosa Feola, non avrebbe potuto sedersi in macchina.
Ricreare un modello dell’auto a grandezza naturale in legno avrebbe richiesto troppo tempo.
L’unica soluzione era la stampa 3D. Fortunatamente, La Scala conosceva e aveva già lavorato con Colorzenith, fornitore di servizi di stampa di Milano, che possedeva la stampante Massivit 3D, perfetta per realizzare questo lavoro.
Colorzenith è un’azienda fornitrice di servizi di stampa di grande formato che opera nel settore della stampa e della fotografia da 60 anni. Realizzano cartelloni pubblicitari, display, segnaletica di ogni sorta e molto altro ancora. Nel 2017, hanno ampliato la propria offerta di servizi acquistando la stampante 3D Massivit 1800. Il direttore generale, Aldo Neri, ha saputo che Giò Forma stava cercando una soluzione per l’auto sul palcoscenico e ha parlato con Boje: “Potremmo riprodurre rapidamente una copia perfetta di quell’auto con la stampa 3D di grande formato.”
Stampa 3D di un’auto a grandezza naturale in 85 ore
Quando Boje capì che Colorzenith aveva le potenzialità per creare qualcosa di “immaginabile” con il loro sistema di stampa 3D Massivit 1800, decise di commissionare loro il lavoro. Ed era sollevato, perché ora il suo progetto si sarebbe avverato, e non avrebbe più dovuto sprecare tempo a cercare un’alternativa.
Con un’immagine della macchina vintage, Colorzenith e Giò Forma hanno collaborato alla creazione del file 3D che poi hanno stampato con Massivit 1800. L’auto è stata stampata in 3D in scala: 4,5 mt per 1,5 mt, la dimensione effettiva. Ci sono volute 85 ore di stampa e quattro giorni per il montaggio. Tutti sono stati ampiamente soddisfatti.
“Sarebbe stato impossibile costruire la stessa macchina con un’altra tecnologia.” commenta Florian Boje.
E ora? Come metterla in scena?
Quando la Lancia Aurelia B24 di Colorzenith è sfrecciata sul palco, ha fatto esattamente ciò che avrebbe dovuto: la porta si è aperta, permettendo al soprano di salirvi, il motore si è acceso fumante e la macchina ha preso il volo. Questo è esattamente ciò che Boje aveva immaginato.
Verso la fine del primo atto, i tecnici di scena hanno attaccato quattro fili agli angoli della vettura per permettere al veicolo di salire sempre più in alto. A fare da sfondo un video di Roma negli anni ’60.
Il pubblico ha amato questa scena. Il regista Davide Livermore anche.
Cosa c’è di nuovo per i progettisti di scenografie e i produttori di tessere?
Florian Boje lavora come scenografo in Giò Forma dal 1998. Dopo aver sperimentato la libertà offerta dalla stampa 3D di grande formato, Boje ha fatto questa riflessione:
“Se guardassi indietro, potrei trovare un gran numero di rappresentazioni che avremmo potuto realizzare più facilmente e velocemente con la stampa 3D”. Boje considera la stampa 3D uno strumento prezioso per il futuro del palcoscenico e della scenografia. Secondo lui, la tecnologia consente la personalizzazione di progetti specifici, indipendentemente da fattori esterni come vincoli di tempo e disponibilità.
Basta immaginarlo: scenografi e designer potrebbero realizzare qualsiasi oggetto in poche ore invece che in mesi. Ciò merita una standing ovation. O almeno un’occhiata più da vicino.
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Guarda il video con l’intervista ad Aldo Neri e Florian Boje